giovedì 29 novembre 2012

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Dovete leggere con questa in sottofondo.
Che poi dovete, no, però sarebbe meglio.
O almeno potrebbe esserlo.
Il tormento e la serenità in una canzone, questo mi è sembrato.

E' uno scrivere con tutte le ossa rotte e il sangue andato a male.
Uno scrivere, dopo essere tornata strisciando.

Uno scrivere, causato da un silenzio che mi uccide.
Temendo che il marcio che ho dentro possa divorarmi da un momento all'altro.
Lacrime di solitudine, di insoddisfazione, di paura.
Stanca.
Sola.
 Anormale.
Non ballo più, e questo mi lacera dentro giorno dopo giorno.
La consapevolezza di aver scelto questa vita, l'aver scelto una malattia.
Qualcuno diceva che quando arrivi al fondo del barile, puoi solo risalire.
Io dico che puoi continuare a scavare, puoi seppellirtici sotto un metro di terra.

Lo sare sotto centotresette metri di cemento.

10 commenti:

  1. Sarà forse l'inizio di uno dei tanti post? O forse è solo un'avvertimento che sei viva? Non lo so , so solo che questo mi uccide , mi uccide non sentirti , non parlarti , non averti vicino.
    Mi uccide l'idea di averti lasciata su quel treno da sola , senza la compagnia di un caffè e quattro risate.
    Che dire , io ti sono vicina , ma solo mentalmente.



    Ti stringo forte Ef.

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  2. Se vuoi salire, oppure continuare a scavare, è una scelta solo tua.

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  3. Passerà. Tu pensa al meglio, agisci per il meglio e se ne andrà...

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  4. io dico che non esiste un fondo . Io dico che non esiste essere umano che l'abbia mai toccato e sia tornato poi indietro a raccontarlo. E di conseguenza puoi continuare ad andare giù.giù.

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  5. Come dice vicky, un fondo non c'è. E' solo una "leggenda metropolitana", ecco. C'è sempre un peggio. E tu non devi e soprattutto non vuoi scoprirlo, anzi, non devi volerlo. Hai ragione, quella musica ha dato la stessa sensazione anche a me. Bentornata anche da parte mia.

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  6. per me il fondo invece esiste. E dopo il fondo non esiste più nulla. Non si è più se stessi. Si è qualcosa che non si conosce. Non ci riconosciamo, e il problema è capire chi siamo stati realmente e se lo siamo stati almeno per un pò. E forse ci fa rabbia o forse non importa più. L'importante è prendere coscienza di ciò che ci fa male. E iniziare a lottare per non lasciarsi morire dentro ancora di più.

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  7. Non c'è limite al peggio e credo che si possa andare sempre più in fondo, millimetro per millimetro. La buona notizia è che SOLO dal fondo della morte non si può più risalire. Credo che nella vita si possono toccare infiniti fondi e si toccano pure: sta solo a noi decidere quando smettere di cadere ed alzarsi sul serio. Mi dispiace per il ballo. Tu hai parlato sia di una tua scelta che di una malattia: una malattia non si sceglie, di solito, o sbaglio? Probabilmente mi sfugge qualcosa. In ogni caso, lo so che sembra una frase fatta e non potrebbe MAI essere un percorso facile -per carità- ma è un dato di fatto che se si vuole i problemi si possono risolvere. Non con la bacchetta magica e raramente solo con la propria forza di volontà, ovviamente. Ma si può, facendosi aiutare se, da chi e per tutto il tempo necessario. Un abbraccio.

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  8. Non credo che nessuna scelga realmente di ammalarsi. Capita e basta. E dobbiamo essere abbastanza forti da reggere da sole il peso della malattia.
    Fatti forza, ti seguo

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  9. Sai una cosa? A forza di scavare prima o poi si sbuca da qualche parte, anche se a volte ci vuole del tempo.
    L'abbraccio forte che vorrei lasciarti qui me lo tengo per la prossima volta che ci vedremo. Dal vero è molto meglio che scritto.

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